lyrics and music by Lorenzo Brusci


Achousematic _ Intimo pluriverso

Vorremmo comprare il tempo,

E invece
Ho visto la notte lasciarsi infiltrare,
Il dominio del sogno, perdere la propria isolazione, con desolazione,
Guardarti, sei malata? Cosa siamo?
Non voglio ascoltare altre storie che questa
materiale paesaggio disgiunto, ora non più il centro della mistica immateriale,
Dove gli sciamani silvani difesero
Oggi inermi, loro stessi,
L’epidemia entrando, epidermica
Si è mòstrata colla propria sapiente promiscuità,
Per tutti con tutti,
Portarsi, avverarsi con la mitezza, stato come
Ma non è poi così vero,
Le donne, i bimbi, i ragazzi, i giovani uomini, le giovani donne, sembrano
Di una forza promessa,
Ci sentiamo sicuri per loro, rassicurati,
Eppure li guardiamo come un anticipo di future lotte, altre lotte,
Mai immaginate,
Fino ad ora,

La crisi della ciclicità, il morfismo radicale
La ciclicità e la varianza, il caldo e il freddo, la linea universo, dal dentro al fuori, dal perché al nulla
Le ombre si accaniscono nel vuoto,
in un coro di velluto astrale,
astratto e a suo modo timidamente filante, ordito, mai vissuto


Un cosmo parallelo, che si sparge senza sentimento noto, troppo interno,
ultra umano

L’offerta sussurrata di una concentrazione, libera da ogni colpa
Per Riniziare, e questo è il segno nel vasto
che del vasto tiene un lembo di veste


Un sorriso di fragole, una bocca di rose e tulipani allineati
Per giunta, creati-non creati, i fiori di cemento, agili al vento


ma è dove creativo è l’avvenire, se creativo
è il vento della relazione incompiuta
dell’illuminazione che congiunge sorprendente

sentieri, amori, sessi inorganici, i morti coi viviQui, è ora, che si apre il libro, perché sia opportuno e reciproco salvarsi
E così la stringa di luce si lascia conoscere, agli occhi che di lettura vorranno restituire
Lasciando cadere
di nutrimento, tutto

Lasciando cadere
di nutrimento, tutto, e niente è come prima, come dopo, tutti in tutto, autoleggenti, le genti
un corpo unico come al principio

Ma come percepire la giustizia, della pioggia continua, fertilità come gravità, ossessiva, la membrana protettiva di vita, che forse protettiva non è

è giustizia che come dono, come fatto, ci accolse, e che sempre rilascia?
è giustizia che come freno, ci distolse, e che sempre trattiene?

Premonire, presentire, prestarsi, pressarti, premere sulla paura, spostarsi, spingersi oltre la membrana, senza davvero nostalgia. Era detto.

Nuovo sentimento sempre chiedendo di andare, andare per come, dove, per poi tornare?

Questa vita celeste, orchestrata, volontariamente sincrona, non-è-viva-da-sola

Il tatto recepisce quel colore confuso, e quel colore si immedesima nella transizione,

Stratifica il movimento, lo con-Sidera così alto

Che vibrando suono Emettendo, divampa, condiziona musica stendendo, architettura per non più movimento, stato, impeto momento assolato (assoluto)

E la storia che emerge, la vogliamo risentire la vogliamo ricantare
Ondulando, elastici corpi frontiera sperimentali noi innanzitutto
Ancor prima del linguaggio mondo coraggioso irreale

Se gli stereotipi della ciclicità si ornano di sentite spoglie
è possibile trattenere il respiro e imprimere conscio su inconscio
Ed essere dove non si è mai stati ma non per colonizzare la deriva

Semplicemente perché si è più simili al non simile che al registrato impaurito
Che ci vorrà a trattare, per sangue, ma non per natura.

Inganno, troppa intenzione, troppo versare, pensare che sia il pensiero, che sia il modo, il potente organo

Invece è tutto nel tempo, che passando,

riduce le subcoscienze del mondo,
rimando
al mondo di segni che per-gioco

Al mondo di segni che per gioco
Stanno,

per la certezza e l’incertezza,
non-senso
per senso intenso,

E appassionato
Che ancora domani, milioni di anni, praticamente Interno miriadismo del cosmico epidermico

Dove i nomi siano finalmente sorretti, evocando per soffio superarsi, fin qui e sempre ovunque dimenticati, impliciti, perché avventurati

Siate mossi immobili, volenterosi assistendo col soffio, avvistando in abbraccio, cogliendo col qui-nonqui, smembrando i particolari, perché chiunque si unisca,

La creatività umana ha tracce-esplicite,
E così si mostra la via della fabbricazione-illusoria,
Dei mondi che virtualmente universalizzeranno l’unico-vanto,
La credenza nella propria sincronia natur-e-eletta.

Ma come percepire la giustizia, della pioggia continua, fertilità come gravità, ossessiva,
la membrana protettiva di vita, che forse non è,
è giustizia che come dono, come fatto, ci accolse, e che sempre rilascia?
è giustizia che come freno, ci distolse, e che sempre trattiene?
Premonire, presentire, prestarsi, pressarti, premere sulla paura,
spostarsi, spingersi oltre, senza davvero davvero nostalgia. Era detto, bioscritto.-


Un essere multiplo come intero
È il ciclo zodiaco interno
dell’universo stesso

[Universi Intimi, non smettono di autogenerarsi o svanire e neppure rivelarsi]

_________________________________________________________________________ English

Achousematic, Intimate Pluriverse

We'd like to buy time,

Instead,
I've seen the night let itself be infiltrated,
The domain of the dream, losing its isolation, with desolation,
Look at you, are you sick? What are we?
I don't want to hear any other story than this one,
disjointed material landscape, no longer the center of immaterial mysticism,
Where the sylvan shamans defended
Today helpless, themselves,
The epidemic coming in, epidermal
She's mocked herself with her own wise promiscuity,
For everyone with everyone,
Bringing, coming true with meekness, been-like
But that's not so true…
The women, the children, the boys, the young men, the young women, they seem
Of a promised force,
We feel safe for them, reassured,
Yet we look at them as an anticipation of future struggles, other struggles,
Never imagined,
Until now,

but, where are we?

Crisis of cyclicality, radical morphism
Cyclicality and variance, heat and cold, the universe line, from the inside out,
from the why to the nothingness
The shadows are cast in the void,
in an astral velvet choir,
Abstract and in its own way timidly spinning, warped, never experienced


A parallel cosmos, spreading with no known feeling, too internal,
ultra-human

The whispered offer of a concentration, free from all blame...
To begin again, and this is the sign in the vast
Who of the vast holds a flap of clothing


A smile of strawberries, a mouth of roses and tulips lined up
Moreover, created-not created, the concrete flowers, nimble in the wind


but it's where creative is the future, as creative
is the wind of the unfinished relationship,
of the surprisingly…

paths, loves, inorganic sexes, the dead with the living Here,
it is Now, that the Book Opens, so that it is opportune to rescue one another
so the string of light lets itself be known, to the eyes that of reading will want to give back
Dropping
nurturing, everything

Dropping
of nourishment, everything, and nothing is as before, as after, all in all,
self-regarding, the people
a single body like at the beginning

But how to perceive justice, out of continuous rain,
fertility as gravity, obsessive,
the protective membrane of life, which perhaps protective is not

is it justice that as a gift, as done, welcomed us, and always releases us?
is it justice that, as a brake, diverted us, and that always holds us back?

Premonition, presentiment, lending oneself, pressure, press on fear,
move, push beyond the membrane, without really nostalgia. It was said.

New feeling always asking to go, to go how, where, to come back?

This celestial life, orchestrated, voluntarily synchronous, is not living alone.

The feel picks up that blurred color, and that color is in the transition,

Stratifies the movement, it's so high.

That vibrating sound Emitting, flames, conditions music spreading, architecture for no more movement, state, momentum sunny (absolute) momentum

And the story that emerges, we want to hear it again, we want to sing it again…

Waving, elastic experimental frontier-bodies we-first of all
Even before the brave unreal world language

If the stereotypes of cyclicality are adorned with heart-rending spoils
you can hold your breath and impress unconsciously
And be where you've never been but not to colonize the drift

Simply because you're more like the not-so-similar than the frightened recorded...
Which it will take to deal, by blood, but not by nature.

Deception, too much intention, too much spilling and versing,
thinking it's the thought, thinking it's the Way, the powerful organ.

Instead, it's all in the making of time

reduces the world's subconsciousnesses,
cross-reference
to the world of signs that per-game

To the world of signs that for-fun
They just are,

for certainty and uncertainty,
nonsense
for the sense-being intense,

And passionate
That still tomorrow, millions of years,
practically internal myriadism of the epidermic cosmos

Where the names are finally supported,
evoking by breath surpassing each other,
so far and always everywhere forgotten, implicit, because they adventure…

Be moved motionless, willingly assisting with a blast, seeing in embrace,
seizing with the here and there, dismembering the details, so that Whoever join!

Human creativity has traces-explicited,
And so it shows the way to the making-illusory,
Worlds that will virtually universalize the one-and-only,
The belief in one's own natur-e-lected synchrony

But how to perceive justice, out of continuous rain, fertility as gravity, obsessive,
the protective membrane of life, which it may not be,
is it justice that as a gift, as done, welcomed us, and always releases us?
is it justice that, as a brake, diverted us, and that always holds us back?
Premonition, presentiment, lending oneself, pressure, press on fear,
move, push beyond the membrane, without really nostalgia. It was said,

Bioscritpt




A multiple being as a whole,
It is the internal zodiac cycle
of the universe itself

[Intimate Universes, will never stop self-generating or vanish neither revealing]