un po' come il direttore d'orchestra, che non ridiscute i materiali musicali, tiene insieme l'opera, le sue parti e il suo significato nel tempo presente dell'esecuzione; un po' come il DJ, che consegna il brano musicale al contesto, nascondendo e rilasciando, talvolta alterando superficialmente il corpo spettrale nel suo insieme; un po' come il metacompositore, che prende intere porzioni o frammenti di parte strumentale o addirittura interi aggregati temporali dell'opera, e li manipola, come elementi di una classe di aggregati in cui sono stati raccolti campioni simili, con un determinato valore relazionale, in modo da essere ricomponibili e dare loro un corso compositivo radicalmente nuovo, in modi che variamente rispettano o dimenticano la vocazione degli elementi costitutivi precedenti.

Per il lavoro Metarealism, ho tentato una "prima uscita" dedicata a un mondo musicale, il Verismo italiano, di fresca congiunzione tra il dominio della musica storicizzata, tecnicamente coltivata, e la "percezione" che un pubblico più ampio - gruppi/masse indistinte - potrebbe avere dell'opera musicale, ampiamente compromessa con un'idea di musica come intrattenimento, pur nella sua piena storicità, delineando un intreccio linguistico e politico che apre le porte all'"ascolto" come metrica principale della percezione di una forma musicale, atteggiamento fenomenologico che introduce pienamente le tecniche di memorizzazione meccanica, alla base di ogni struttura e prassi della musica che diffusamente sperimentiamo ed esperiamo oggi.

Come me, chiunque può essere un metacompositore, basta uno strumento di editing velocemente verista e ampiamente diffuso. Il software musicale è stata una grande rivoluzione musicale, paragonabile alla rivoluzione delle tecniche di registrazione musicale e della distribuzione industriale.L'astrazione e la ridefinizione meta-livello di utilizzo del nuovo elemento musicale, non prescindono dalla tecnologia di manipolazione e macro-contenimento dello stato di precedenza (superato) dei materiali simbolici.

In Metarealismo le partiture sono state per lo più conservate nel loro sviluppo lineare. Ho apprezzato le ragioni stesse della musica così come ci è stata data dai compositori, anche se l'ho alterata per poterla sentire adatta alla mia sensibilità, quindi a quella di chi scorre con me questo presente irrefrenabile.
Forse è solo un esercizio di stile, ma potrebbe sicuramente portare a un movimento più ampio di compositori che portano "musica classica trasfigurata" ad ascoltatori con orecchie pronte ad apprezzare il salto verso le gestualità sintetiche elettroniche. Aprendo così nuove opportunità di opera, crescita musicale e professionale


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a bit like the conductor, who does not re-discuss the musical materials, he holds the work, its parts and its meaning together in the present time of the performance; a bit like the DJ, who delivers the piece of music to the context, hiding and releasing, sometimes superficially altering the spectral body as a whole; a bit like the metacomposer, who takes entire portions or fragments of the instrument part or even entire temporal aggregates of the work, and manipulates them, as elements of a class of aggregates where similar samples have been collected, with a determined relational value, so as to be recomponable and give them a radically new compositional course, in ways that variously respect or forget the previous constituent elements’ vocation.

For the work Metarealism, I attempted a "first release” dedicated to a musical world, Italian Verism, of fresh junction between the domain of historicised music, technically cultivated, and the "perception" that wider audiences - indistinct groups/masses - could have of the musical work, extensively compromised with an idea of music as entertainment though in its full historicity, delineating a linguistic and political interweaving that opens the doors to “listening" as the main metric of the perception of a music form, phenomenological attitude that fully introduces the techniques of mechanical memorization, at the basis of any structure and praxis of the music we diffusely experiment and experience nowadays.

As I am, anyone can be a metacomposer, just a quickly verist and widely spread editing tool is enough. Music software has been a great music revolution, comparable to the revolution in music recording techniques and its industrial global distribution. Abstraction and meta-level redefinition of use of the new music element, do not disregard the technology of manipulation and macro-containment of the (outdated) state of precedence of symbolic materials.

In Metarealism the scores were mostly preserved in their linear development. I have appreciated the very reasons for the music as it was given to us by the composers, even if I have altered it so that I could feel it suits my sensibility, and therefore that of those who flow with me through this irrepressible present.
Perhaps it is just an exercise in style, but it could certainly lead to a wider movement of composers bringing 'transfigured classical music' to listeners with ears ready to appreciate the leap towards electronic synthetic gestures. Thus opening up new opportunities for opera, musical and professional growth.

Lorenzo Brusci, Montevarchi, 8 December, 2021