Exploring the emotional relation between existing classical scores and radically expressive sound design.
Choosing a high-pitch spectral definition of the music flow, though in a free form frame, allows reducing the perceptual/alerting focus on macro variations, expectations, and known coherency.
The psyco-image of music is still new, surprising,
but staged and offered as gradual and organic, limited in a dedicated semantic space.
Strategizing memory tricks, recalling feeds, clustering spectral features, gathering and inserting external or internal symmetrical stimuli,
lead to very slow training in the perceptual re-mapping of newly related sentimental associations,
dual mechanisms, group features, extreme soloist physical properties, combined and limited complexity,
all leading to reduce the implicit challenge of unknown cognitive mechanisms.

Differentiating musical aggregates, and freeing your capacity to correlate and further create/choose your own relations: this is why the metaphor of Djing comes often back to my narrative.
The topic of synthetic appropriation of human past practices, in simplified forms, it is finding expressive uniqueness, out of any living process, any utterance being a principled first brick of a personal post-modern symbolic environment, at any logical complexity u may dare it.

My humble task,
widening the music complexity corral,
the system where anything radically-individual may be-strongly-based and ignited.

Lorenzo Brusci, March 2020

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Esplorare il rapporto emotivo tra partiture classiche esistenti e un sound design radicalmente espressivo.
La scelta di una definizione spettrale ad alta intonazione del flusso musicale, seppur in una cornice di forma musicale libera, permette di ridurre l'attenzione percettiva e di allerta sulle macro variazioni, le aspettative e sulla coerenza pre-conosciuta, spesso solo di superficie.
La psicoimmagine della musica, è quindi nuova, ma messa in scena in modo organico e graduale,
posizionata in uno spazio semantico confinato.

Strategizzando i trucchi della memoria, richiamando l'attenzione con ripetizioni ed evidenze improvvise, restringendo le caratteristiche spettrali, raccogliendo e inserendo stimoli simmetrici esterni ed interni,
portando a una lenta ri-formulazione della mappatura percettiva delle associazioni emozionali correlate;
dualità, caratteristiche di gruppo, solismi di proprietà fisica estrema,
che combinano/ammassano la complessità,
portando a ridurre la sfida implicita delle strutture sconosciute.

Differenziare gli aggregati musicali, e liberare la capacità di correlare e di creare/scegliere ulteriormente le proprie relazioni espressive e sentimentali: ecco perché la metafora del Djing ritorna spesso in questi giorni.
Il tema è trovare l'unicità espressiva, al costo della sintesi delle prassi precedenti, al di fuori, se necessario, dello stesso processo tecnico, alto o basso che sia; rendendo ogni enunciato coraggioso un primo mattone -di principio- del costituentesi proprio-ambiente simbolico,
a qualunque complessità logica ci si trovi ad osare, ad offrirsi.

Il mio compito principale è quello di ampliare il recinto della complessità musicale disponibile, il sistema in cui tutto ciò che è potenzialmente-individuale possa essere finalmente basato e acceso.

Lorenzo Brusci, Marzo 2020